Anche per quest'anno ce l'abbiamo fatta.
Il Festival è finito e mi ha lasciata piacevolmente esausta con due occhiaie talmente nere che se iniziassi a nutrirmi di bamboo il WWF potrebbe mettermi tra le specie protette.
A parte le questioni puramente artistiche come muri fatti di cartone, donne-cavallo, feste con anziani romagnoli che ballano il valzer ed altre amenità molto "contemporanee", la cosa migliore è senz'altro l'umanità che si incontra.
Il cuoco della mensa inglese trapiantato a San Zaccaria maestro di tai-chi e meditazione.
La stagista lesbica con la maglietta "Froce sempre fascisti mai".
I fricchettoni pugliesi che vivono nella comune ma non vogliono condividere la stanza con altri artisti.
La signora ultrasessantenne ossigenata che viene a vedere una performance di Antonio Rinaldi e poi mi ammorba per mezz'ora chiedendomi ossessivamente "ma perché non ballano?".
Come direbbe un mio amico, son cose.
2 pensieri:
"La stagista lesbica con la maglietta «Froce sempre fascite mai»".
Queste son cose.
Vorrei conoscerla.
Così, per dire insomma.
W.
se vuoi te la presento
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