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martedì 28 febbraio 2012

129 giorni



129 giorni, cioè 3096 ore, 185760 minuti. Quante cose possono accadere in un lasso di tempo del genere? E' un tempo lungo o no? In una vita 129 giorni, poco più di 4 mesi, sono pochi, ma sono tanti se sei una ragazza neppure trentenne rapita da terroristi o chissà chi, e devono essere addirittura infiniti per una famiglia che non sa neppure dove si trovi il loro caro.
Ho conosciuto Rossella Urru circa tre anni fa. Seguivamo insieme un corso di montaggio video e ricordo che in quel periodo lei si dedicava ad insegnare l'italiano ad i rifugiati politici e ci raccontava la vita diffcile di queste persone che sono un po' come fantasmi che non possono andare né avanti né indietro. All'inizio Rossella non mi era molto simpatica: un carattere forte, tanto da apparire spigoloso. Probabilmente è proprio questa forza che le ha permesso di fare il lavoro che svolgeva in Sahrawi. Lì la vita è durissima, una realtà di povertà e di emarginazione portata all'estremo, difficile da affrontare se non si hanno appigli interiori molto forti. 
Mi è capitato molto spesso di pensare a Rossella in questi mesi, forse perché abbiamo condiviso un piccolissimo pezzo di quotidianità e non l'ho mai vista come un nome in un articolo di cronaca che dimentichi presto e che in fondo senti lontano anni luce da te. Probabilmente se non l'avessi incrociata nella mia vita e vista nella nuda semplicità di una ragazza come me questo post non l'avrei mai scritto, perché un conto è provare umana empatia per un essere vivente ovunque esso si trovi, altro è sapere, sentire che quel qualcuno esiste e, in qualche modo, fa parte del tuo mondo.
Penso dov'è in questo momento? Avrà paura, fame, riuscirà a dormire la notte? La rincontrerò di nuovo per la strada? Avrà paura che l'abbiamo dimenticata?
Un settimanale locale pubblica ad ogni uscita questa vignetta nelle sue pagine, lo fa da quel giorno di ottobre e lo farà finché Rossella non tornerà.

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