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giovedì 10 maggio 2012

From Rome with Love



Negli ultimi anni Roma si è affermata come uno dei punti di riferimento per l'arte contemporanea italiana, così nel mio brevissimo week end romano mi sono dedicata alla visita al museo MAXXI, che volevo visitare da tanto. Non so molto di architettura, ma già la struttura del museo, che è dell'archistar  Zaha Hadid, merita una visita, con serpenti di cemento e vetro che si intrecciano e creano spazi interni ed esterni all'architettura. Purtroppo questa mirabilante opera architettonica è più al servizio di sé stessa che della sua funzione museale, i curatori poi ci mettono del loro nel creare percorsi di visita poco comprensibili che disorientano e rendono poco intuitivo il susseguirsi degli spazi espositivi.
Doris Salcedo - Plegaria Muda
In questo periodo, e solo fino al 20 maggio, c'è l'interessantissima mostra temporanea Re-cycle che fortunatamente non è l'ennesima esposizione nella quale ci mostrano come sono belle (?) le opere d'arte realizzate con le bottiglie di plastica, ma una rassegna di progetti architettonici e urbanistici sul tema del recupero e della trasformazione dell'esistente. Si possono quindi vedere i progetti per la trasformazione urbana di Detroit a seguito dell'incredibile contrazione della popolazione che ha subito, il modello dei Tunnel di Trento di Elisabetta Terragni, come il container può diventare il modulo per infinite architetture.
Per il resto il MAXII offre una collezione interessante, mi sono particolarmente piaciute le opere di Doris Salcedo e di Paola Pivi, quest'ultima ha chiesto ad alcuni fisici teorici del CERN di Ginevra di annotare liberamente alcuni cataloghi di arte contemporanea, i risultati sono molto divertenti.

Tappa quasi d'obbligo per me a Roma è la chiesa di San Luigi de' Francesi, dove rimango sempre 20 minuti a bocca aperta ad ammirare la Conversione di San Matteo del Caravaggio, trovo la profondità dei suoi personaggi una cosa assolutamente ineguagliata

Vista l'esiguità del tempo non mi sono potuta dedicare molto allo shopping, però, complice uno stop a Campo de' Fiori per una birra, sono potuta andare da Lush. E' un vero peccato che quando Lush aveva un negozio a Ravenna io non l'abbia mai filato, ma in quel periodo delle amiche mi regalarono una loro crema che mi fece abbastanza schifo, probabilmente fu quello che bloccò le mie velleità lushiane.



La commesse ovviamente era una specie di koala che non voleva mollarmi fino a che non avessi esaurito la mia carta di credito, le ho resistito strenuamente, ma ho comprato:
- hennè color castano caldo: avendo due e dico due capelli bianchi non è lontano per me il tempo della tinta, quindi ho deciso di premunirmi e di prendere questo hennè che è un po' artefatto ma pare funzioni bene.
- Dentifricio solido: sono delle caramelline che dovrebbero sostituire il classico dentifricio in pasta. Per non farmi mancare nulla ho preso anche un improbabile gusto alla mirra e dall'ancora più improbabile nome (Gaudente). Inutile dire che non ho ancora avuto il coraggio di provarlo.
- "Senza" e "A tutta birra": la commessa mi ha consigliato questa accoppiata per i miei capelli che sono sottili e tendenti al grasso. Si tratta di una specie di sapone (senza) che fa strofinato sulla cute e lasciato in posa per 20 minuti prima dello shampoo (a tutta birra). Ha un odore nauseabondo che ricorda lo shampoo anti pidocchi che mi faceva mia madre da piccola. Li ho già usati e devo dire che il risultato è stato ottimo: capelli davvero morbidi e voluminosi. 

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